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I fisioterapisti del Centro di Sanità Solidale ci parlano di alcuni trattamenti che eseguono nella nostra struttura

Il trattamento delle cicatrici
Il trattamento delle cicatrici (chirurgiche e non) è uno degli aspetti meno conosciuti della pratica fisioterapica, in quanto molto spesso è un aspetto completamente dimenticato anche dagli addetti ai  lavori.
Diventa importantissima in questo ambito la precocità dell’intervento riabilitativo per impedire la formazione di aderenze cicatriziali, ipertrofie cheloidi che possono generare perturbazioni sul nostro sistema tonico-posturale; questo non significa che una cicatrice “vecchia” non possa essere trattata e neutralizzata, ma semplicemente che si ottengono risultati migliori (sia funzionali che estetici) se si inizia il trattamento a pochi giorni dalla lesione.

Una Cicatrice disfunzionale e perturbante per il sistema tonico-posturale, può alterare l’organismo a più livelli:

-posturale;

-muscolo-fasciale;

-linfatico;

-endocrino-metabolico;

-psicologico.

Dal punto di vista fisiologico, le aderenze più o meno profonde possono comportare limitazioni dei movimenti tissutali, viscerali e articolari ed è quindi necessario l’intervento terapeutico al fine di neutralizzare le interferenze cicatriziali.
Diventa fondamentale una chiara valutazione dell’interferenza provocata dalla cicatrice che consenta di stabilire quale sia la terapia più adeguata.
I trattamenti sono per lo più di carattere manuale e ci si avvale di strumenti quali il gua-sha, la coppettazione, il linfotaping, le microcorrenti (Microlab) e l’utilizzo di creme e medicazioni appropriate alla tipologia di cicatrice.

La lombosciatalgia
La lombosciatalgia comunemente definita anche come sciatica, è una condizione caratterizzata da dolore nella parte bassa della schiena che può irradiarsi lungo una gamba e fino al piede per infiammazione del nervo sciatico.
Alcune fra le cause più comuni della sciatica sono la protrusione e l’ernia vertebrale, intendendo con questi termini rispettivamente due fasi diverse nella quale il disco vertebrale dapprima protrude nel canale vertebrale ancora trattenuto da una struttura contenitiva legamentosa e poi finisce per rompere tale struttura per prendere contatto direttamente con strutture nervose creando irritazione.
Sintomi comuni di tali condizione possono essere la sensazione di bruciore, intorpidimento e formicolii, fitte o scosse, disturbi motori e della sensibilità nella zona precedentemente descritta.
Quello che sappiamo ad oggi è che il riassorbimento spontaneo di ernie lombari si attesta attorno al 67% e che, successivamente ad un adeguato inquadramento medico, attraverso un precoce trattamento riabilitativo è possibile già in fase iniziale ridurre le complicanze e l’abuso di farmaci ed avere sollievo dal dolore migliorando il benessere quotidiano.
Il trattamento fisioterapico di questa problematica verrà adeguato alla fase della patologia prediligendo trattamento manuali (come Rieducazione Posturale Globale, Osteopatia, terapia manuale) e strumentali nella fase più acuta ed in un secondo tempo dando spazio alla fase del recupero funzionale.
In questa seconda fase l’esercizio terapeutico acquista particolare importanza per permettere alla nostra colonna vertebrale di imparare nuovamente a gestire i carichi ed evitare nuovi episodi acuti.
Il trattamento riabilitativo ha come obiettivo il rinforzo e l’elasticizzazione dei muscoli del Core, addome e schiena attraverso Pilates Terapeutico, esercizi di controllo motorio, esercizi con sovraccarichi ed altri che vengono adeguati di volta in volta al livello del paziente.

Il MicroLab
La riabilitazione è un mondo in continua evoluzione sia da un punto di vista tecnico (con nuove metodiche e ricerche che vengono proposte più o meno regolarmente) sia dal punto di vista tecnologico con l’uscita costante di nuovi strumenti elettromedicali.Uno di questi strumenti di ultima generazione è il MicroLab che abbiamo nel nostro Centro da luglio 2021: è un dispositivo che permette di coniugare le capacità manuali del terapista all’utilizzo di un elettromedicale tramite l’impiego di specifici guanti conduttivi collegati direttamente al macchinario.Electra MicroLab è un dispositivo medico che utilizza microcorrenti di nuova concezione per il trattamento dei blocchi metabolici che causano dolore e inabilità funzionale. Può essere utilizzato per il trattamento manuale e automatico di tutte le affezioni muscolo-scheletriche e viscerali sia in fase acuta che cronica.Nella nostra esperienza clinica Microlab riscontra i maggiori successi nel trattamento del dolore acuto, dei processi infiammatori , degli edemi e degli ematomi (sia post chirurgici che traumatici). Inoltre, facilita ed accelera notevolmente i processi di guarigione di lesioni cutanee (piaghe,ferite chirurgiche), muscolari ed ossee.

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Dolore persistente e fisioterapia

Le persone si rivolgono a me ed ai miei colleghi fisioterapisti, riportando spesso situazioni di dolore muscolo scheletrico.

In alcuni casi alla base del dolore c’è un trauma acuto, in altri è presente per recidive di un dolore passato, in altri ancora il dolore persiste e non abbandona la persona da diverso tempo.

La IASP (International Association for the Study of the Pain) definisce il dolore come “un’esperienza sensoriale e emozionale spiacevole associata a un danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno”.

Sottolineo il termine “potenziale”.

E’ stato provato infatti che le persone possono avere dolore se c’è un danno, ma ugualmente possono non sentire alcun dolore con molti danni o molto dolore con danno minimo. Ciò si verifica anche nella messa a confronto di imaging radiografico o risonanza magnetica rispetto ai sintomi riportati dal paziente.
A volte sono presenti quadri di problematiche discale o degenerazioni di strutture ossee anche importanti in assenza di dolore manifesto.

L’esperienza del dolore infatti è influenzata da molti fattori e non solo dalla presenza di un danno tissutale.

Ciò è ancora più vero nel caso del dolore persistente, che è stato visto dipendere maggiormente da tanti altri elementi incluse le emozioni, le sensazioni, le cognizioni (ovvero le credenze sul dolore) e gli aspetti sociali (isolamento o mancanza di supporto sociale).

Questa interazione di più variabili viene  riconosciuta all’interno del Modello Bio-Psico-Sociale nel quale non solo l’esperienza del dolore,come detto sopra, ma anche la malattia e la salute in generale vengono attribuite all’interazione intricata di fattori biologici, psicologici e sociali.

Il dolore pertanto NON rappresenta sempre e solo
un danno (componente biologica).

Fisiologicamente gli stimoli dolorosi sono recepiti da sensori presenti nel nostro corpo chiamati nocicettori; essi inviano segnali di potenziale pericolo dal corpo al
midollo spinale attraverso i nervi.
I messaggi che inviano servono per avvisare la persona che forse dovrebbe fare qualcosa a riguardo.

Il midollo spinale a sua volta può esser visto come una centralina che può decidere se inviare il messaggio al cervello o abbandonare quel segnale nel midollo spinale.

In altre parole il cervello è come un capoufficio che può decidere cosa fare con il messaggio riportatogli dalla segretaria. Quest’ultimo può decidere per esempio che non vuole essere disturbato o che, in base a esperienze precedenti, il messaggio non è importante e pertanto può decidere di “mettere la chiamata in sospeso”.

E’ proprio a livello del cervello/capo che viene deciso a livello inconscio quanto tale chiamata è importante. L’importanza viene definita in termini di “minaccia” percepita in quel messaggio/stimolo doloroso.

Anche quando siamo seduti da tanto tempo, può accadere che i recettori si irritino e mandino un segnale che può portare la persona per esempio a cambiare posizione e tutto ciò si verifica in assenza di un danno.

La nocicezione è importante perché in alcuni casi è protettiva per esempio nel caso di un trauma acuto; dopo un infortunio sportivo infatti, almeno per i primi tempi è consigliato il riposo.

Nel caso del dolore persistente quello che accade è che tutti i messaggi che giungono dalla segretaria vengono identificati come importanti, prioritari… o in altri termini, ulteriori beghe anche minacciose che alzano la soglia di attenzione.

Magari alcune di queste beghe saranno state minacciose in passato o in altre occasioni e quindi necessitavano di maggiori attenzioni e precauzioni, ma anche se giungono messaggi o commissioni più contenute, tutte ed in modo indistinto creano allerta.

In altre parole il sistema si è sensibilizzato e diventiamo più suscettibili ad attività, movimenti o situazioni che erano tollerate in precedenza.

La sensibilizzazione è influenzata pertanto sia dall’irritazione dei tessuti recepita dai nocicettori, che da altri fattori come lo stress, il sonno, la catastrofizzazione (es. “non riuscirò più a fare lo sport di cui sono appassionato/a”), abitudini e stili di vita, posture che mantengono la sensibilizzazione, le credenze relative allo stato di salute del nostro corpo e le esperienze passate, la paura in generale e quella associata al movimento (“muovendomi rischio di aumentare il danno nei miei muscoli, ossa”) o l’ansia.

Premesso che ogni situazione debba essere valutata di volta in volta dal professionista, nel caso in cui la tua situazione risponda a quella di un dolore persistente caratterizzato da sensibilizzazione del sistema nervoso, che mantiene pertanto il dolore, è importante creare memorie o associazioni nuove attraverso il lavoro fisioterapico.

Ciò è possibile attraverso una esposizione graduale e supervisionata ad attività e movimenti che sono leggermente dolorosi e che saranno dosati e/o fatti svolgere in modo differente dal fisioterapista. Lo scopo di questo lavoro è quello di indurre nel tempo un nuovo adattamento dell’organismo con riduzione del dolore percepito.

Fonti bibliografiche Lehman G. “strategie di recupero”
www.iasp-pain.org

Dr.ssa Valentina Pedreschi Fisioterapista

 

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