Anche se volare è diventato ormai una pratica molto comune, i motivi di preoccupazione non sono così
campati in aria perché l’aereo non è proprio un luogo ideale per star male.
Ciò non significa tuttavia che i viaggi in aereo siano vietati per le persone cardiopatiche. Anzi, per quanti
sono affetti da patologie cardiovascolari non gravi l’ambiente dell’aereo non pone significativi pericoli alla
salute.
Il numero di passeggeri è ormai molto alto e un’alta percentuale di essi è anziano. Il numero di ore
trascorse in volo dai passeggeri è costantemente in aumento e con esse anche le probabilità che un evento
spontaneo si verifichi in volo senza che sia perciò dovuto all’ambiente di volo. Se i passeggeri hanno già
qualche disturbo, «l’esposizione all’ambiente di volo può precipitare» le loro condizioni.
L’aereo può essere considerato uno spazio relativamente estraneo e ristretto e per evitare trombosi
venosa e eventi tromboembolici la cosa più importante è conoscere il comportamento in viaggio. Per le
persone che non abbiano fattori di rischio che predispongono al verificarsi di questi disturbi, basta fare
movimento mentre si è in volo, consumare in abbondanza bevande non alcoliche, non fumare, evitare la
caffeina e farmaci sedativi. Per quanti, invece, presentano già condizioni che li favoriscono (interventi
chirurgici recenti, gravidanza, obesità, precedenti episodi di tromboembolismo venoso), occorre usare
calze elastiche contenitive e può essere necessario sottoporsi a iniezioni di enoxaparina prima del volo e nel
giorno seguente. In tutti i casi, tuttavia, un consulto con il proprio medico prima della partenza è d’obbligo.
Di seguito alcune indicazioni per altre patologie:
– Angina: nessuna restrizione se la sintomatologia è lieve, ma quando è grave meglio differire il viaggio.
– Infarto: se si ha un’età inferiore ai 65 anni, l’occlusione dell’arteria che ha causato l’infarto è stata risolta
e non si sono subiti danni rilevanti al cuore, nessuna restrizione ma aspettare solo qualche giorno dalle
dimissioni. Nel caso in cui il cuore abbia subito danni significativi e si percepiscono ancora i sintomi (come
la difficoltà a respirare), invece, meglio rimandare la partenza.
– Per chi ha subito un’angioplastica in elezione e senza alcuna complicazione, nessuna restrizione, è
sufficiente aspettare qualche giorno.
– Alcuni giorni per chi è stato sottoposto a un intervento di bypass e non è andato incontro a
complicazioni.
– Per le persone colpite da scompenso cardiaco acuto è meglio differire il viaggio. Mentre se si è affetti
da scompenso cardiaco cronico il comportamento deve cambiare in funzione della sua gravità. Se lieve
(si hanno difficoltà a respirare soltanto quando si svolge esercizio fisico) nessuna restrizione. Se grave
(costante difficoltà a respirare e magari anche difficoltà ad alzarsi dal letto) è vietato viaggiare senza
ossigeno e assistenza medica a seguito.
– Per i portatori di pacemaker, nessuna restrizione ma se l’impianto è recente, aspettare qualche giorno.
Soltanto se all’intervento hanno fatto seguito complicazioni (soprattutto pneumotorace), l’attesa dovrà
protrarsi sino alla completa guarigione. All’imbarco avvisare il personale che si è portatori di pacemaker.
– Le stesse indicazioni valgono per chi ha un defibrillatore. Ma con un’accortezza in più: se il
defibrillatore ha rilasciato una scarica (segno della presenza di un’aritmia) nel periodo precedente al
viaggio, occorre attendere che l’anomalia si sia stabilizzata.
Per quanti soffrono invece di disturbi più seri occorre essere prudenti, ma esistono servizi che aiutano a
rendere il viaggio più comodo e sicuro. La maggior parte delle compagnie e autorità aeroportuali fornisce
assistenza sia a terra sia in volo. L’ossigeno è disponibile sulla maggior parte dei velivoli, anche se è spesso
soggetto a un costo extra ed è necessario avvertire la compagnia in anticipo.
Viaggiare in aereo
Informazioni e consigli
PRIMA DEL VOLO:
1) Un passeggero malato può volare?
Sì se autorizzato da un medico. La base legale è il regolamento europeo 1107/2006.
2) Che documento bisogna presentare?
Chi richiede l’assistenza speciale deve inviare alla compagnia il nulla osta sanitario «Medif». Il documento
viene richiesto a chi ha bisogno del trasporto in barella o in un incubatore, chi richiede l’ossigeno (con
indicati i litri somministrati per minuto), chi soffre di una malattia contagiosa. Alcune compagnie fanno
valutare ai loro servizi medici se il soggetto può viaggiare o no.
3) Cosa c’è nel «Medif»?
Il medico descrive come deve avvenire il trasporto in aeroporto, cosa deve esserci a bordo (ossigenoterapia,
farmaci, siringhe), se serve la barella, la natura della disabilità, altre patologie.
4) Che succede al malato senza il nulla osta?
I vettori possono negare l’imbarco del passeggero le cui condizioni sono ritenute precarie o se c’è il rischio
che peggiorino in volo.
DURANTE IL VOLO:
1) Le condizioni in quota cambiano?
Sì. La quota in cabina può aggirarsi sull’equivalente altimetrico esterno massimo di 2.450 metri che riduce
del 25-30% la pressione parziale dell’ossigeno. L’accelerazione al momento del decollo provoca uno
spostamento emodinamico che viene avvertito dal malato.
2) Cosa succede quando qualcuno si sente male?
Gli assistenti di volo sono addestrati e prestano il primo soccorso. Viene chiesto se c’è un medico a bordo.
Nei casi molto gravi il comandante decide di dirottare il volo verso l’aeroporto più vicino.
3) Esistono i defibrillatori?
Sono obbligatori nei voli per gli Usa. Alitalia fa sapere di avere dotato tutti i velivoli di lungo raggio.
ECCEZIONALITA’
1) Dirottare un volo comporta un costo?
È stato calcolato che il dirottamento di una tratta domestica costa al vettore 25 mila euro. Nei collegamenti
internazionali si va da 65 mila a 700 mila euro.
2) Perché non si ricorre ai voli sanitari?
Perché è oneroso. Un volo dalla Sicilia a Milano, per esempio, potrebbe costare anche 10-12 mila euro.
Perciò si ricorre a questa modalità di solito con pazienti davvero gravi.