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La Medicina narrativa: il rapporto professionista sanitario e paziente durante l’anamnesi clinica

Innanzitutto è importante sapere che cos’è la Medicina narrativa. Con tale termine si intende una metodologia d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa. La narrazione è lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere, confrontare ed integrare i diversi punti di vista di coloro che partecipano al processo di cura del paziente. Il medico e tutti i Professionisti sanitari hanno il compito di raccogliere l’anamnesi del paziente, ma, ancora prima, deve avere la capacità di saper ascoltare la narrazione di colui che gli sta di fronte. La narrazione della patologia del malato al professionista è fondamentale al pari dei segni e dei sintomi clinici della malattia stessa.

Il fine è la costruzione condivisa di un percorso di cura personalizzato. La Medicina narrativa si integra con la Medicina “scientifica” e, tenendo conto delle pluralità delle prospettive, rende le decisioni clinico-assistenziali più complete, personalizzate, efficaci e appropriate. La narrazione da parte del paziente ma anche di coloro che gli stanno vicino è un elemento imprescindibile delle Medicina contemporanea, perché si fonda sulla partecipazione attiva dei soggetti coinvolti nel percorso assistenziale; quindi anche il paziente, attraverso la sua storia, diventa protagonista del processo di cura.

La scoperta di una malattia rappresenta per l’individuo un’esperienza traumatica, un processo di separazione tra sani e malati che fa sperimentare al paziente e ai suoi familiari una condizione di estrema solitudine. Questa sensazione di solitudine inizia prima che la malattia si manifesti e cresce più o meno velocemente a seconda di molteplici elementi: caratteristiche del paziente, della malattia, dell’ambiente che circonda la persona ammalata, i familiari e tutti coloro che sono vicini al paziente stesso.

Il modo più efficace per costruire un rapporto di fiducia con il paziente è quello di saper accogliere l’ansia, le preoccupazioni, i dubbi del malato, rispondendo a tutto questo con l’ascolto, che deve essere non solo aperto ma soprattutto attivo e partecipato. Il Sanitario deve sapere accogliere le domande del paziente, in quanto molto spesso si tende a considerare fuori luogo le domande che la persona ci pone; in realtà non esistono domande inutili in quanto il fine ultimo della relazione terapeutica è quello di far uscire il paziente dall’ambulatorio con le idee chiare su quella che è la sua malattia e su quali saranno i passi successivi alla visita diagnostica. Il paziente non deve uscire dalla visita pieno di dubbi che lo tormenteranno per tutti i giorni avvenire fino alla prossima visita; non deve tornare a casa con un sentimento di tristezza e di depressione, ma l’obiettivo è quello di rassicurare l’individuo e non di aumentare le sue paure ed ansie.

Ad oggi il Medico non è più l’unica fonte di informazioni, ma il paziente riesce ad ottenere numerose delucidazioni riguardanti la propria malattia da diverse fonti di comunicazione e ricerca: basta vedere la quantità di informazioni ( errate o meno) che si possono trovare su internet, sui social, su forum che trattano di una determinata malattia, dalla televisione e dalla radio. Per questo motivo il Professionista deve saper considerare le possibili interferenze che si possono insinuare nel rapporto con il paziente, in quanto non si deve dimenticare che la fiducia va conquistata e non pretesa dal malato, perché si rischia di perdere il paziente e soprattutto che quest’ultimo si rivolga ad ulteriori medici o, peggio ancora, di cadere in mano a “terapeuti” senza scrupoli.

Per concludere, il rapporto tra Professionista Sanitario e paziente è come l’amicizia, deve essere coltivata ogni giorno, basato sulla fiducia e l’empatia. Un rapporto costruito su questi principi acquista un valore in più rispetto al semplice buttare giù una pastiglia: come una sorta di effetto placebo vivo, ossia si trasforma in una medicina capace di lenire la sofferenza del malato, il suo dolore, lo stress legato alla patologia.

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